Il cammino per arrivare alla firma, il 16 marzo, del documento condiviso tra Comune di Napoli e Università Federico II dura da parecchi mesi e trova nell'approvazione di una delibera comunale, lo scorso febbraio, per l'adesione alla “Carta di cittadinanza dei soggetti in formazione”, un importante antecedente. Con quella delibera, infatti, la città di Napoli, da sempre vocata a polo studentesco, si è impegnata a riconoscere la cittadinanza di tutti quei soggetti in formazione, studenti di ogni ordine e grado, soprattutto universitari ma anche dottorandi e ricercatori, indipendentemente dal principio di residenzialità e, a promuovere una estensione del welfare municipale, che comprenda abitazioni, trasporti, accesso ai luoghi del sapere e salute.
Il Comune, dunque, riconosce la propria responsabilità nel porre in essere iniziative ed interventi che permettano agli studenti, più di 35.000, di vivere appieno la città ed i luoghi della cultura e della formazione; fruibilità di cinema, teatri, biblioteche, l'utilizzo dei mezzi di mobilità urbana, la tutela della salute, il diritto allo studio e l'autonomia dei soggetti in formazione, sono questi i principi di cui si compone la carta sulla cittadinanza studentesca e che dovranno essere riempiti di contenuti d'ora in avanti.
Il protocollo d'intesa appena firmato con l'Università di Napoli Federico II va proprio in questa direzione: promuovere delibere specifiche per il reale sostegno del diritto all'accesso alla formazione, allo studio, alla mobilità, alla socialità, alla salute e alla partecipazione.
Come ha avuto modo di dichiarare il Magnifico Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi: “questo accordo è frutto del lavoro portato avanti negli ultimi mesi e che mira a realizzare un rapporto più strutturato tra il nostro Ateneo ed il Comune, in riferimento ai servizi per gli studenti; due punti sono estremamente sensibili per la nostra comunità studentesca, la residenzialità e i trasporti, ci auguriamo che da qui in avanti si possano mettere in campo azioni concrete per supportare questi due aspetti essenziali”.
Napoli è la prima città italiana in assoluto ad adoperarsi nel senso di un riconoscimento sostanziale della cittadinanza studentesca, c'è da augurarsi che a questo impegno segua la concretezza di molti altri accordi con enti ed istituzioni cittadine, al fine di sperimentare un nuovo modello di convivenza e vivibilità sempre più inclusivo.
Rossella Marchese
Il Comune, dunque, riconosce la propria responsabilità nel porre in essere iniziative ed interventi che permettano agli studenti, più di 35.000, di vivere appieno la città ed i luoghi della cultura e della formazione; fruibilità di cinema, teatri, biblioteche, l'utilizzo dei mezzi di mobilità urbana, la tutela della salute, il diritto allo studio e l'autonomia dei soggetti in formazione, sono questi i principi di cui si compone la carta sulla cittadinanza studentesca e che dovranno essere riempiti di contenuti d'ora in avanti.
Il protocollo d'intesa appena firmato con l'Università di Napoli Federico II va proprio in questa direzione: promuovere delibere specifiche per il reale sostegno del diritto all'accesso alla formazione, allo studio, alla mobilità, alla socialità, alla salute e alla partecipazione.
Come ha avuto modo di dichiarare il Magnifico Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi: “questo accordo è frutto del lavoro portato avanti negli ultimi mesi e che mira a realizzare un rapporto più strutturato tra il nostro Ateneo ed il Comune, in riferimento ai servizi per gli studenti; due punti sono estremamente sensibili per la nostra comunità studentesca, la residenzialità e i trasporti, ci auguriamo che da qui in avanti si possano mettere in campo azioni concrete per supportare questi due aspetti essenziali”.
Napoli è la prima città italiana in assoluto ad adoperarsi nel senso di un riconoscimento sostanziale della cittadinanza studentesca, c'è da augurarsi che a questo impegno segua la concretezza di molti altri accordi con enti ed istituzioni cittadine, al fine di sperimentare un nuovo modello di convivenza e vivibilità sempre più inclusivo.
Rossella Marchese