Che il periodico inglese The Sun, nonostante sia tra i tabloid più venduti al mondo, sia pure costantemente tacciato di grossolanità e poca professionalità, per il carattere troppo sensazionalistico e troppo poco approfondito delle sue notizie, è un dato di fatto, ma questa volta, la goliardica insensatezza di una delle notizie di prima pagina del giornale in questione ci riguarda da vicino.
Il 18 luglio The Sun pubblica la classifica delle 11 città più pericolose al mondo e, a fianco a Raqqa, Mogadiscio, Grozny o Karachi, città letteralmente martoriate dalle guerre e prede di giochi di potere, spunta Napoli. Per il tabloid britannico il capoluogo campano eccelle in pericolosità tanto quanto la capitale dello Stato Islamico e, come se non bastasse, viene elevata a città più temibile di tutta l'Europa Occidentale, non tanto per il rischio terrorismo (almeno quello) quanto per l'alto tasso di omicidi, malavita e diffusione di droga. Tratteggiata più e non meno della Gomorra di Roberto Saviano, Napoli è talmente cattiva che ci sarebbe anche un modo di dire a riprova della bontà delle affermazioni del Sun, la frase “go to hell”, usata per mandare al diavolo qualcuno, in italiano si tradurrebbe con l'espressione “va' fa Napoli”; un modo di dire che in Italia, francamente, non si è mai sentito e che, forse, appartiene più al vecchio gergo degli immigrati italiani negli Stati Uniti piuttosto che ad un presente, certamente problematico, ma fatto meno di luoghi comuni, e i turisti inglesi che gremiscono le strade dello shopping cittadino, le pizzerie o i luoghi d'arte, magari, ne sarebbero una prova tangibile per chi al Sun volesse farsi un giro da quelle parti.
Napoli, dunque, assurge come baluardo della malvagità umana della civilissima Europa, “città canaglia” grazie ad un modo di dire, un po' pochino come base per un'inchiesta giornalistica; ma se è vero che l'equilibrio precario e contraddittorio su cui si fonda Napoli è fatto anche di una lunga serie ininterrotta negli anni di omicidi di camorra, di piazze di spaccio paurosamente grandi e di baby gang in cui militano ragazzini pericolosamente senza speranza nel futuro, dall'altro lato c'è l'impegno della cittadinanza attiva che recupera spazi urbani per farci luoghi di incontro, quartieri intelligenti a servizio della comunità, c'è la riqualificazione urbana ed artistica del Centro Storico (il più grande d'Europa) e delle periferie come Secondigliano, e tra poco la bonifica di Bagnoli. Insomma, c'è l'impegno a non soccombere alla bruttezza e alla malvagità.
Eppure il Sun dà Napoli per spacciata… non resta che cospargersi il capo di cenere, pensare che, in fondo, con tutti i problemi che ci sono quel giornale tutti i torti non li ha, anche se… pure Londra, ultimamente, un po' di paura la mette.
Rossella Marchese
Il 18 luglio The Sun pubblica la classifica delle 11 città più pericolose al mondo e, a fianco a Raqqa, Mogadiscio, Grozny o Karachi, città letteralmente martoriate dalle guerre e prede di giochi di potere, spunta Napoli. Per il tabloid britannico il capoluogo campano eccelle in pericolosità tanto quanto la capitale dello Stato Islamico e, come se non bastasse, viene elevata a città più temibile di tutta l'Europa Occidentale, non tanto per il rischio terrorismo (almeno quello) quanto per l'alto tasso di omicidi, malavita e diffusione di droga. Tratteggiata più e non meno della Gomorra di Roberto Saviano, Napoli è talmente cattiva che ci sarebbe anche un modo di dire a riprova della bontà delle affermazioni del Sun, la frase “go to hell”, usata per mandare al diavolo qualcuno, in italiano si tradurrebbe con l'espressione “va' fa Napoli”; un modo di dire che in Italia, francamente, non si è mai sentito e che, forse, appartiene più al vecchio gergo degli immigrati italiani negli Stati Uniti piuttosto che ad un presente, certamente problematico, ma fatto meno di luoghi comuni, e i turisti inglesi che gremiscono le strade dello shopping cittadino, le pizzerie o i luoghi d'arte, magari, ne sarebbero una prova tangibile per chi al Sun volesse farsi un giro da quelle parti.
Napoli, dunque, assurge come baluardo della malvagità umana della civilissima Europa, “città canaglia” grazie ad un modo di dire, un po' pochino come base per un'inchiesta giornalistica; ma se è vero che l'equilibrio precario e contraddittorio su cui si fonda Napoli è fatto anche di una lunga serie ininterrotta negli anni di omicidi di camorra, di piazze di spaccio paurosamente grandi e di baby gang in cui militano ragazzini pericolosamente senza speranza nel futuro, dall'altro lato c'è l'impegno della cittadinanza attiva che recupera spazi urbani per farci luoghi di incontro, quartieri intelligenti a servizio della comunità, c'è la riqualificazione urbana ed artistica del Centro Storico (il più grande d'Europa) e delle periferie come Secondigliano, e tra poco la bonifica di Bagnoli. Insomma, c'è l'impegno a non soccombere alla bruttezza e alla malvagità.
Eppure il Sun dà Napoli per spacciata… non resta che cospargersi il capo di cenere, pensare che, in fondo, con tutti i problemi che ci sono quel giornale tutti i torti non li ha, anche se… pure Londra, ultimamente, un po' di paura la mette.
Rossella Marchese