Venerdì scorso, Jean-Nöel Schifano, scrittore e cittadino onorario di Napoli, ha parlato, nella monumentale cornice della basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli, del suo amore per la città del Vesuvio, sentimento che lo ha fatto, tra l’altro, autore del fortunato libro “Dictionnaire amoureux de Naples”, pubblicato nel 2007, in Francia, dalla casa editrice Plon, e a tutt’ora già giunto alla quarta edizione.
Alla serata sono intervenuti il presidente dell’Ordine Ingegneri della Provincia di Napoli e della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli Luigi Vinci, l’assessore alla cultura ed al turismo del Comune di Napoli Nino Daniele e la giornalista della testata “ilmondodisuk” Donatella Galloni, alla quale si deve la mostra di arte contemporanea, curata da Italo Pignatelli, “SOS Partenope. 100 artisti per il libro della città”, encomiabilissima iniziativa legata all’evento, che con il ricavato della vendita delle opere in esposizione, frutto dell’entusiasta adesione di ben circa centocinquanta maestri, intende patrocinare la traduzione e divulgazione italiana dell’encomiastico libro francese. L’incontro è stato allietato dalle esibizioni del chitarrista Giuseppe Lattanzi, del soprano Cinzia Rizzone e del gruppo musicale “Soundart Capodimonte”.
In un’epoca che appare, ogni giorno di più, un po’ distratta verso certi valori dello spirito, certa cultura, talvolta dalle maggiori istituzioni ad essa preposta trascurata in maniera deludente, tenterà, allora, di sostenere se stessa.
Ci riesca o meno, resta un ammmirevole esempio e, soprattutto, una magnifica testimonianza della più alta e signorile civiltà napoletana, similmente all’eroico impegno, oramai lungo oltre dieci anni, del Borgo Sant’Eligio di organizzare regolari esposizioni di opere d’arte nelle vetrine dei suoi negozi e concorsi di pittura estemporanea nei suoi luoghi, per sensibilizzare (purtroppo, a tutt’oggi, inutilmente) le opportune istituzioni cittadine nei confronti di doverosa risoluzione di vergognosa invivibilità che angustia una delle aree più storicamente significative e, fino a non troppo tempo fa, più vivacemente commerciali della città.
La vera Napoli, la più profonda e maltrattata, dimostra così, con orgoglio e perentorietà, di essere assai meno oleografica e molto meno riducibile a pizza, mandolino, Pulcinella, calcio, canzonette e tarantella, di quanto tanta ignoranza e superficialità, fuori dalle sue mura, e purtroppo, importanti enti locali con certe loro discutibilissime iniziative di basso populismo, dimostrano di ritenere.
Alla serata sono intervenuti il presidente dell’Ordine Ingegneri della Provincia di Napoli e della Fondazione Ordine Ingegneri Napoli Luigi Vinci, l’assessore alla cultura ed al turismo del Comune di Napoli Nino Daniele e la giornalista della testata “ilmondodisuk” Donatella Galloni, alla quale si deve la mostra di arte contemporanea, curata da Italo Pignatelli, “SOS Partenope. 100 artisti per il libro della città”, encomiabilissima iniziativa legata all’evento, che con il ricavato della vendita delle opere in esposizione, frutto dell’entusiasta adesione di ben circa centocinquanta maestri, intende patrocinare la traduzione e divulgazione italiana dell’encomiastico libro francese. L’incontro è stato allietato dalle esibizioni del chitarrista Giuseppe Lattanzi, del soprano Cinzia Rizzone e del gruppo musicale “Soundart Capodimonte”.
In un’epoca che appare, ogni giorno di più, un po’ distratta verso certi valori dello spirito, certa cultura, talvolta dalle maggiori istituzioni ad essa preposta trascurata in maniera deludente, tenterà, allora, di sostenere se stessa.
Ci riesca o meno, resta un ammmirevole esempio e, soprattutto, una magnifica testimonianza della più alta e signorile civiltà napoletana, similmente all’eroico impegno, oramai lungo oltre dieci anni, del Borgo Sant’Eligio di organizzare regolari esposizioni di opere d’arte nelle vetrine dei suoi negozi e concorsi di pittura estemporanea nei suoi luoghi, per sensibilizzare (purtroppo, a tutt’oggi, inutilmente) le opportune istituzioni cittadine nei confronti di doverosa risoluzione di vergognosa invivibilità che angustia una delle aree più storicamente significative e, fino a non troppo tempo fa, più vivacemente commerciali della città.
La vera Napoli, la più profonda e maltrattata, dimostra così, con orgoglio e perentorietà, di essere assai meno oleografica e molto meno riducibile a pizza, mandolino, Pulcinella, calcio, canzonette e tarantella, di quanto tanta ignoranza e superficialità, fuori dalle sue mura, e purtroppo, importanti enti locali con certe loro discutibilissime iniziative di basso populismo, dimostrano di ritenere.