Il Marzo Donna 2016 della IV Municipalità di Napoli prende il via dal Liceo Classico Statale “G. Garibaldi”, con il primo dei quattro incontri a tema, tutti organizzati nelle scuole, sulla storia delle figure femminili maggiormente rappresentative legate alla terra di Partenope.
Organizzato dall'Associazione Culturale Napoli è, in collaborazione con la Consulta Pari Opportunità della IV Municipalità, l'evento ha visto ospite del Liceo Garibaldi l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, nella persona del Prof. Arturo Martorelli, che ha spiegato ai ragazzi presenti quanto sia rappresentativa oggi la figura di Eleonora de Pimentel Fonseca.
Dopo i saluti del Presidente Armando Coppola, dell'Assessora allo Sviluppo Mariolina Formisano e della Presidente della Consulta Pari Opportunità Assunta Polcaro, istituzioni rappresentative attive della IV Municipalità, ad intervenire la Vice Presidente dell'Associazione Napoli è Bianca Desideri, nonché la Dirigente scolastica del Garibaldi prof.ssa Armida Filippelli, a moderare il critico letterario dott. Ino Fragna.
E dunque, perché una donna vissuta più di due secoli fa dovrebbe continuare a vivere nella frenesia dei nostri tempi modernissimi e magari essere portata d'esempio nelle celebrazioni riguardanti il Marzo Donna? Forse per il solo fatto d'essere stata giustiziata in quanto rivoluzionaria del 1799 ella dovrebbe entrare di diritto nel novero degli eroi?
Certo che no. La memoria imperitura va meritata (nel bene o nel male).
Allora le risposte vanno cercate altrove, nell'esercizio della libertà e dei diritti ad esempio, come suggerisce il prof. Martorelli, che nel tratteggiare l'intelletto vivace di Eleonora lo fa calandola nel un contesto culturale napoletano di fine '700 tutt'altro che dormiente.
Ci sono donne e uomini dotati di un talento straordinario nell'esercizio della libertà e nell'affermazione dei diritti che ad essa conseguono: studiare, diffondere la conoscenza, occuparsi della cosa pubblica, viaggiare e poter intrattenere relazioni con altre culture, aspirare ad un'occupazione di rilievo o semplicemente poter svolgere un lavoro all'altezza delle proprie aspettative; riuscire a gestire tutta questa libertà può rivelarsi impresa di non poco conto e quando qualcuno ci riesce così a pieno investendo l'intera sua esistenza in questa missione, ebbene è legittimo che il suo vissuto passi alle generazioni successive, a testimonianza di quanto poco scontati siano i diritti, soprattutto se la loro incerta applicazione ne mette a rischio la valenza.
Contraiamo un debito con queste personalità svettanti, che ci consentono di leggere nella storia e di interpretare i segnali per il futuro; e se è la coscienza, dunque, a distinguerci dal resto delle specie senzienti che popolano il pianeta, allora Eleonora de Pimentel Fonseca è tra quelli che meritano memoria imperitura, non per essere stata la donna martire della Rivoluzione Partenopea del 1799, ma per essere stata la donna che professò, in quel particolarissimo contesto storico, la propria libertà di opinione e la propria autodeterminazione, facendosi accostare, fino alla forca, agli ideali rivoluzionari che predicavano dignità, uguaglianza ed opportunità ad un popolo che poteva essere finalmente consapevole del suo potenziale. Il suo salotto di intellettuali, il suo giornale, Monitore Napolitano, le sue poesie e i suoi carteggi ce la restituiscono nella unicità di donna libera e per questo in grado di parlare con un linguaggio simile al nostro, che sembriamo intenderci di libertà, spesso soltanto per sentito dire, troppo raramente per esperienza diretta.
Rossella Marchese
Organizzato dall'Associazione Culturale Napoli è, in collaborazione con la Consulta Pari Opportunità della IV Municipalità, l'evento ha visto ospite del Liceo Garibaldi l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, nella persona del Prof. Arturo Martorelli, che ha spiegato ai ragazzi presenti quanto sia rappresentativa oggi la figura di Eleonora de Pimentel Fonseca.
Dopo i saluti del Presidente Armando Coppola, dell'Assessora allo Sviluppo Mariolina Formisano e della Presidente della Consulta Pari Opportunità Assunta Polcaro, istituzioni rappresentative attive della IV Municipalità, ad intervenire la Vice Presidente dell'Associazione Napoli è Bianca Desideri, nonché la Dirigente scolastica del Garibaldi prof.ssa Armida Filippelli, a moderare il critico letterario dott. Ino Fragna.
E dunque, perché una donna vissuta più di due secoli fa dovrebbe continuare a vivere nella frenesia dei nostri tempi modernissimi e magari essere portata d'esempio nelle celebrazioni riguardanti il Marzo Donna? Forse per il solo fatto d'essere stata giustiziata in quanto rivoluzionaria del 1799 ella dovrebbe entrare di diritto nel novero degli eroi?
Certo che no. La memoria imperitura va meritata (nel bene o nel male).
Allora le risposte vanno cercate altrove, nell'esercizio della libertà e dei diritti ad esempio, come suggerisce il prof. Martorelli, che nel tratteggiare l'intelletto vivace di Eleonora lo fa calandola nel un contesto culturale napoletano di fine '700 tutt'altro che dormiente.
Ci sono donne e uomini dotati di un talento straordinario nell'esercizio della libertà e nell'affermazione dei diritti che ad essa conseguono: studiare, diffondere la conoscenza, occuparsi della cosa pubblica, viaggiare e poter intrattenere relazioni con altre culture, aspirare ad un'occupazione di rilievo o semplicemente poter svolgere un lavoro all'altezza delle proprie aspettative; riuscire a gestire tutta questa libertà può rivelarsi impresa di non poco conto e quando qualcuno ci riesce così a pieno investendo l'intera sua esistenza in questa missione, ebbene è legittimo che il suo vissuto passi alle generazioni successive, a testimonianza di quanto poco scontati siano i diritti, soprattutto se la loro incerta applicazione ne mette a rischio la valenza.
Contraiamo un debito con queste personalità svettanti, che ci consentono di leggere nella storia e di interpretare i segnali per il futuro; e se è la coscienza, dunque, a distinguerci dal resto delle specie senzienti che popolano il pianeta, allora Eleonora de Pimentel Fonseca è tra quelli che meritano memoria imperitura, non per essere stata la donna martire della Rivoluzione Partenopea del 1799, ma per essere stata la donna che professò, in quel particolarissimo contesto storico, la propria libertà di opinione e la propria autodeterminazione, facendosi accostare, fino alla forca, agli ideali rivoluzionari che predicavano dignità, uguaglianza ed opportunità ad un popolo che poteva essere finalmente consapevole del suo potenziale. Il suo salotto di intellettuali, il suo giornale, Monitore Napolitano, le sue poesie e i suoi carteggi ce la restituiscono nella unicità di donna libera e per questo in grado di parlare con un linguaggio simile al nostro, che sembriamo intenderci di libertà, spesso soltanto per sentito dire, troppo raramente per esperienza diretta.
Rossella Marchese